martedì 5 giugno 2012

WURBAN PROJECT RESEARCH - BIRTH


WURBAN PROJECT RESEARCH - BIRTH


Non potendo al momento realizzare al meglio dei video d'inchiesta ispirati al WPI, mi dedico alla delianiazione di un progetto di ricerca para-accademico per l'ideazione di un'applicazione Web 3.0 di supporto a futuribili politiche di Welfare. Il progetto chiamato WURBAN PROJECT RESEARCH tenta di anticipare con il suo "formato web" alcune caretteristiche delle future modalità di pubblicazione on line delle ricerche di stato.

Inizierò la strutturazione del primo capitolo, dedicato ad un possibile scenario futuro sul quale iniziare ad immaginare una possibile applicazione Web 3.0.

Il capitolo è diviso in paragrafi ognuno dei quali ha diverse sezioni: una dedicata ad un possibile futuro, una dedicata a frammenti contemporanei autoprodotti o tratti dal dibattito pubblico sui mezzi di comunicazione popolare, una dedicata a frammenti di fonti di riflessioni che vengono dal passato, e una di sintesi multimediale che può servire anche da presentazione.

SCENARIO VIRTUALE

Post crisi?
Crisi o non crisi che accentuano il disagio sociale e le paure apocalittiche, le problematiche “urgenti” europee sono sempre le stesse: l'aumento dell'età pensionabile, la disponibilità di lavoro tradizionale che non è sufficiente a garantire la piena occupazione, la riconversione eco-sostenibile degli edifici e del sistema produttivo, l'abbattimento delle barriere architettoniche, la produzione e distribuzione alimentare il più possibile a km zero, la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico, il rafforzamento del trasporto pubblico e delle nuove forme di mobilità sostenibile, l'estensione dell'assistenza sociale e sanitaria, l'accessibilità alla formazione continua per chi vuole o deve cambiare occupazione, ed infine l'immancabile integrazione culturale e politica europea che valorizzi le specificità di tutte le culture.

Si cerca faticosamente di costruire gradualmente un modello di sviluppo sostenibile in cui il Welfare allargato ai beni comuni e gestito il più possibile da Stato, società ad azionariato diffuso ed enti o cooperative con finalità sociali; possa essere una risorsa anziché un costo per la collettività. Si vuole adattare il sistema economico al modello culturale.

Patto sociale europeo
Con l'accordo delle parti sociali ed istituzionali europee, un circolo virtuoso tra formazione continua e contributo lavorativo al sistema di Welfare allargato ai beni comuni, impiegherà l'attività sia dei lavoratori disoccupati che quelli occupati volontariamente o necessariamente ad orario più o meno ridotto. Si cerca di ottenere una vita lavorativa più intensa e probabilmente meno lussuosa, ma al tempo stesso più variegata meno usurante ed al riparo dallo spettro della disoccupazione.

Economia del Welfare e dei beni comuni
I meccanismi economici ibridi che regolano il sistema del Welfare sono caratterizzati da un continuo consolidamento e perfezionamento. Si deve garantire che il sistema possa funzionare anche attraverso lo scambio delle prestazioni sociali e di alcuni beni tra i diversi Stati dell'Unione. Le transazioni economiche devono essere necessariamente ibride perché si tenta strenuamente di tenere i costi dell'assistenza sociale e dei prodotti alimentari di prima necessità al di fuori delle speculazioni finanziarie. Un aspetto fondamentale per la tenuta del sistema è l'integrazione e la sovrapposizione di più servizi contemporaneamente.

Flessibilità e mobilità
Un Welfare così esteso comprende l'impiego di tutte le figure professionali e gran parte degli impieghi è caratterizzato da un alto tasso di mobilità sia interna che esterna. Una delle funzioni fondamentali del Welfare è quello della formazione o ri-formazione per il mondo del lavoro “tradizionale”, col fine di garantire la funzionalità dell'ascensore sociale.

Il Web 3.0: cultura e la società
Al di là della continua ricerca di una semantica condivisa dello spazio virtuale, l'effetto fondamentale del Web 3.0 come si poteva immaginare anche da alcuni aspetti del Web 2.0, è quello di rendere possibili nuove forme di organizzazione sociale capace di incrementare la partecipazione degli individui ad attività esterne alle mura domestiche. Si modificano anche tornando all'antico le forme e le modalità di fruizione dei prodotti artistico-culturali e si rivoluziona il mercato pubblicitario alla luce anche della maggiore consapevolezza dei cittadini. Altro aspetto non secondario è la mappatura dei territori con le rispettive rappresentazioni delle stratificazioni storiche e culturali.

Formazione 3.0
E' impensabile gestire le mobilità di un Welfare così articolato senza il continuo affinamento di strumenti e modalità per la formazione preventiva.
Una parte cospicua della ricerca sul Web 3.0 è partita dalla rappresentazione dei percorsi formativi ed in generale dall'esigenza di ridurre le complessità attraverso nuove forme di raffigurazione estetica, coinvolgendo un gran numero di figure intellettuali ed artistiche.

Infrastrutture virtuali 3.0
Parallelamente allo sviluppo della formazione 3.0 E' il lungo percorso di ideazione e affinamento dei dispositivi informatici capaci sia di facilitare la rappresentazione e l'organizzazione delle attività che di rendere più trasparenti i complessi processi decisionali; a poter rendere possibile un salto di qualità sia della gestione del Welfare che in generale dei meccanismi della politica partecipativa. Evidentemente non si risolve tutto con un click in un parlamentino virtuale.

Infrastrutture fisiche 3.0
Oltre il paesaggio virtuale cambia anche il paesaggio fisico con le nuove architetture che devono gestire una sorta di turismo parallelo della formazione e del lavoro. Oltre le città anche le zone rurali ospitano queste nuove forme di flusso. Gli artisti, i geologi e i residui di saggezza popolare collaborano alla messa in sicurezza e all'estetica dei territori ripristinando l'agricoltura, pastorizia e affini.

Ruolo dell'Italia
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